LETTERA AI LETTORI DEL DIRETTORE DELLA RIVISTA, FRANCESCO CAGGIO:
Se il progettare ha a che vedere con il futuro, con il pensarlo e il prevederlo e il desiderarlo con tutta la speranza e l’inquietudine che questo porta con sé, Vi lascio in lettura il brano di Lucio Dalla che segue.
Chissà chissà domani
Su che cosa metteremo le mani
Se si potrà contare ancora le onde del mare
E alzare la testa
Non esser così seria, rimani
I russi, i russi, gli americani
No lacrime non fermarti fino a domani
Sarà stato forse un tuono
Non mi meraviglio
È una notte di fuoco
Dove sono le tue mani
Nascerà e non avrà paura nostro figlio
E chissà come sarà lui domani
Su quali strade camminerà
Cosa avrà nelle sue mani, le sue mani
Si muoverà e potrà volare
Nuoterà su una stella
Come sei bella
E se è una femmina si chiamerà Futura
Il suo nome detto questa notte
Mette già paura
Sarà diversa bella come una stella
Sarai tu in miniatura
Ma non fermarti voglio ancora baciarti
Chiudi i tuoi occhi non voltarti indietro
Qui tutto il mondo sembra fatto di vetro
E sta…
E se il mondo sembra fatto di vetro tutto va fatto con estrema delicatezza e garbo, progettandone la persistenza, perché comunque siamo chiamati a non voltarci indietro.
Buona costruttiva lettura.
Francesco Caggio