Gentili lettori, gentili lettrici,
Si cresce e ci si sviluppa come soggetti sufficientemente integrati e capaci di dire di sé e di esprimere progetti e scelte possedute e consapevoli attraverso itinerari più o meno accidentati; itinerari che implicano legami, incontri, percorsi formativi, impegni lavorativi che dinamicamente incidono sulla costruzione identitaria di ognuno di noi, con le necessarie discontinuità che garantiscono poi la coerenza plastica del proprio Io.
Questi itinerari si dipanano in micro contesti che sono fortemente influenzati e definiti dal contesto storico, sociale e culturale più ampio in cui si collocano, andando quindi a incidere poi fin dentro agli assetti interni di ognuno di noi; assetti interni che non sono solo esito di storie genetiche, familiari o affettive, ma anche esito del “clima” culturale in cui si cresce.
È per questa rilevanza del “clima” che trovo interessante riportare la citazione di L.Violante, tratta dal 44° rapporto Censis del 2010, nel suo libro, che vado leggendo proprio in questo periodo: “Il dovere di avere doveri1”. “ …Sono evidenti manifestazioni di fragilità sia personali che di massa: comportamenti e atteggiamenti spaesati, indifferenti, cinici, passivamente adattativi, prigionieri delle influenze mediatiche, condannati al presente senza profondità di memoria e futuro”. Se questo era credibile nel 2010 qualche domanda sull’oggi forse è bene porsi affinché crescere ancora per chi è adulto o per chi è un minore sia possibile senza mortificazioni e perdite di presenza.
Buona lettura,
Francesco Caggio