La mobilità ormai diffusa sia su scala nazionale che internazionale (e soprattutto europea) costituisce non solo una risposta ai deficit di occupazione e di reddito per le persone provenienti da aree territoriali in difficoltà di sviluppo, ma anche una opportunità per arricchire e sviluppare le conoscenze e le abilità acquisite nei percorsi di studi qualificati, sia a livello universitario che post universitario.
Giovani, residenti anche in aree regionali sviluppate e qualificate, decidono di trasferirsi all’estero per un periodo limitato, ma prolungabile in base alle ulteriori opportunità, per completare il proprio percorso di formazione e di qualificazione delle competenze, anche per sondare opportunità più elevate per il proprio percorso di lavoro di vita.
Anche da una regione a reddito elevato e qualificato come l’Emilia-Romagna è possibile osservare la “fuga dei cervelli”. Perciò occorre conoscere e approfondire i motivi che hanno spinto un numero di crescente di giovani, laureati e post laureati, a fare scelte a tempo limitato o prolungato, di trasferimento all’estero.
Conoscenze necessarie, che sono state ottenute da una indagine incentrato sul colloquio approfondito con i giovani che hanno fatto tale scelta e che, poi rientrati, si trovano nella condizione di valutare anche comparativamente le diverse situazioni e le diverse opportunità di lavoro; per la piena valorizzazione della propria personalità.