Nei confronti della crisi sociale, che si apre con la riduzione delle protezioni dei sistemi di Welfare e dei processi di esclusione sociale, a loro volta accentuati dal declino dei sistemi produttivi locali, da cui vengono espulse le categorie deboli (come le donne, i lavoratori anziani o comunque inadatti ad un apprendimento delle nuove tecnologie industriali), si mettono in atto strumenti, si pongono nella prospettiva di uno sviluppo che nella dimensione locale deve mettere in campo quelle risorse di “capitale sociale” (la fiducia, la relazionalità, la reciprocità, i sistemi di valori identitari) in precedenza misconosciuti e non valorizzati.
In questa prospettiva devono essere rivisti i sistemi di Welfare, in cui la prevalenza del settore sanitario tende a lasciare ai margini domande e risposte che provengono in maniera crescente dai settori deboli e fragili della vita sociale.