"Oggi in Europa abbiamo più che mai bisogno di traduzione [...]", perché “[...] nessuna provincia d’Europa può sussistere da sola.” È il 1931 quando Belloc avverte del pericolo cui l’Europa tutta stava andando incontro: meno di dieci anni dopo l'auto-distruzione culturale paventata da Hilaire Belloc, e generata proprio dall’involuzione ed esasperazione delle ideologie nazionali a scapito di una cultura europea comune, sarebbe divenuta una triste realtà.
In questo breve saggio di rara profondità intuitiva, Belloc si addentra nei problemi linguistici e culturali legati all'arte e al mestiere della traduzione, sollevando proposte teoriche e modelli che anticipano di vari decenni i lavori di importanti traduttologi, da Roman Jakobson a Susan Bassnet.