In questo saggio, attraverso un lavoro di osservazione partecipante dell’universo fantacalcistico, l’autore si focalizza sull’ambivalenza simbolica degli effetti che il gioco riversa sul piano identitario e dell’immaginario collettivo. Nonostante l’approccio nei confronti del fanta-gioco sembri favorire l’innescarsi di relazioni impersonali, estemporanee, quasi “posate” ed “innocue”, l’impatto e l’investimento emotivo dei partecipanti nei confronti del fantacalcio risulta essere tutt’altro che innocuo e prevedibile. La voglia di rivalsa e prevaricazione o la sconfitta e della propria squadra sono elementi che possono scatenare reazioni conflittuali che spesso anche l’Admin (amministratore/giocatore del fantacalcio) fa molta fatica a contenere.