La riforma dei servizi per l’impiego e delle politiche attive per il lavoro, con la definizione dei livelli essenziali dei servizi da erogare in particolare ai soggetti fragili e vulnerabili, regolati dalla legge regionale n° 14/2015, e da altre normative nazionali e regionali, sta delineando un nuovo quadro di riferimento per gli interventi di politiche attive del lavoro che sono in stretta correlazione con progetti di natura sociale e sanitaria.
Di fronte alla complessità dei cambiamenti in atto, la situazione che si sta creando, all’interno della Regione Emilia Romagna, sembra assumere aspetti paradossali. Infatti, accanto a riferimenti espliciti, presenti nelle normative di riferimento, in particolare: L.R. 13 e L.R. 14 del 10/07/2015, che rimarcano la necessità di costruire programmazioni a partire dal “basso”, individuando nei distretti socio-sanitari le unità minime per la programmazione delle politiche di welfare e del lavoro e nelle azioni di networking territoriale l’approccio metodologico di riferimento, stiamo assistendo - in questa fase iniziale - all’applicazione nei bandi di gara per l’affidamento dei servizi per il lavoro a favore delle persone fragili, di parametri e di standard disegnati sul modello formativo di “Garanzia Giovani” e su modalità di gestione speculari alle procedure del Fondo Sociale Europeo che veramente poco si armonizzano con metodologie operative centrate sul lavoro di comunità e di rete e sull’empowerment della persona.
La presente pubblicazione si pone l’obiettivo, attraverso anche l’illustrazione di progetti ed esperienze realizzate da Fare Comunità e dai suoi soci sul territorio di Ravenna, di fornire alcune proposte che oltre a sistematizzare il rapporto tra soggetti pubblici e soggetti privati individuano la co-progettazione come lo strumento più adatto per progettare, appunto, servizi ad alta complessità e che presentino la indispensabile presenza di un intenso lavoro di rete e di comunità prevedendo anche un coinvolgimento attivo dei partecipanti finali.
Con la co-progettazione si vuole migliorare l’efficienza e l’efficacia delle azioni in campo nel welfare comunitario. La co-progettazione, infatti, essendo allo stesso tempo uno strumento giuridico ma anche un nuovo metodo di lavoro, richiede allenamento e, soprattutto, sistematizzazione delle pratiche concrete, individuazione dei principali rischi e delle principali strategie per fronteggiarli, definizioni chiare dei possibili ruoli dei soggetti pubblici e privati coinvolti che solo attraverso un lavoro riflessivo e di condivisione delle esperienze è possibile realizzare. “Politiche attive del lavoro e per l’integrazione sociale a favore delle persone fragili e vulnerabili” vuole essere un primo contributo a questa riflessione.