GENTILI LETTRICI, GENTILI LETTORI,
il numero dedicato al «Territorio» esce subito a ridosso di quello dedicato al «Paesaggio» affinché si completino l’uno con l’altro, con una maggiore accentuazione, in questo numero, degli aspetti legati ai territori di vita e quindi ai servizi presenti in un’epoca di ormai avvenuta transizione a un modello di Welfare misto con significative virate verso l’iniziativa privata profit e non.
Si offre quindi una prima carrellata di contributi che appuntano l’attenzione proprio sui territori di vita quotidiana di molti e di ciascuno per cominciare a dare conto, da più punti vista, di come sta mutando ed è mutata la mappa dei servizi alla persona.
È in questa prospettiva che mi piace riprendere l’introduzione ai suoi testi così illuminati e profetici, oltre che meravigliosamente concreti di Adriano Olivetti1 che disegnava e ha creato comunità di vita innovative. Comunità che andavano verso la presa di possesso delle proprie vite di comunità di vita, oltre la contrapposizione storica con lo Stato.
Ognuno può suonare
senza timore e senza esitazione
la nostra campana.
Essa ha voce soltanto
per un mondo libero,
materialmente più fascinoso
e spiritualmente più elevato.
Suona soltanto per la parte migliore di noi stessi,
vibra ogni qualvolta
è in gioco il diritto contro la violenza,
il debole contro il potente,
l’intelligenza contro la forza,
il coraggio contro la rassegnazione,
la povertà contro l’egoismo,
la saggezza e la sapienza
contro la fretta e l’improvvisazione,
la verità contro l’errore,
l’amore contro l’indifferenza.
BUONA LETTURA,
Francesco Caggio