Gentili lettori, gentili lettrici,
È dalla tematica del corpo affrontato nel numero precedente che è sorta l’idea di proseguire focalizzando l’attenzione sul “cambiare” che consostanzia il nostro vivere e stare al mondo. Alla voce “cambiare” del vocabolario Treccani consultato in rete si legge :
“…v. tr. e intr. [lat. tardo cambiare, voce di origine gallica] (io càmbio, ecc. ). - 1. Sostituire una persona, una cosa, con altra simile o diversa.
Locuzioni: c. vita, migliorare il proprio tenore di vita o la condotta morale (col secondo sign., più com. mutare); c. le carte in tavola, dare un nuovo significato alle cose già dette, interpretare le parole di un altro in senso diverso da quello giusto, mutare i termini d’una questione…
2. Rendere diverso, trasformare: rifl., trasformarsi, assumere aspetto o natura diversa.
…5. intr. (aus. essere). Diventare diverso da quello di prima, trasformarsi, passare da uno stato a un altro, …anche in relazione all’aspetto, alle abitudini, al carattere, all’atteggiamento…”
È su questi aspetti incrociati con il termine “ciclo” che si è sviluppata la riflessione di chi ha collaborato a questo numero: fra cambiamenti e persistenze, fra abitudini e novità, fra stabilità e dinamicità.
Come sempre presi fra polarità diverse che si cerca di far convergere in una stabilità che ogni giorno ha i suoi tollerabili, si spera!, rimpasti affinché si possa rispondere alle sollecitazioni che fra interno ed esterno ci chiedono di adattarci senza perderci.
Buona lettura,
Francesco Caggio