La rigenerazione urbana può essere vista come un dispositivo per costruire comunità e quindi coesione sociale: consente di attivare processi di trasformazione locale in cui le persone, prendendosi cura degli spazi urbani, conferiscono loro significato e identità trasformandoli da meri spazi a veri e propri luoghi.
Il protagonismo delle comunità fa dunque la differenza tra occupare degli spazi o abitare dei luoghi. In un Paese come il nostro, dove il suolo è stato fortemente consumato e dove lo spopolamento di molte aree è un problema non secondario, riusare, riqualificare e rigenerare ciò che esiste già diventa una risorsa per rispondere alla crescente domanda abitativa, sempre più diversificata ed emergenziale.
Questa ricerca intende indagare come la rigenerazione urbana, nello specifico in Emilia-Romagna, possa avere un ruolo centrale nella riduzione del consumo di suolo e nella re-immissione di edifici ed aree compromesse a servizio della società, approfondendo inoltre il ruolo che può avere l’housing sociale in questi tipi di processi.
Autori e Curatori
ARIANNA GUERRINI - Mi sono laureata presso l’Università degli Studi di Bologna in “Ingegneria Edile/ Architettura” (laurea magistrale quinquennale, 2020), partecipando anche, tra 2017 e 2018, al programma Erasums+ in Spagna (Università di Cadice). Dopo la laurea ho frequentato il corso di formazione “Tecnico della valorizzazione dei beni/prodotti culturali”, specializzandomi nell’ambito della rigenerazione urbana e valorizzazione di territori in cui è diffusa la presenza di patrimoni dismessi o sotto-utilizzati da destinare a nuovi usi. Successivamente ho frequentato il corso di perfezionamento “Ri-abitare l’architettura” presso lo IUAV di Venezia (corso annuale, 2021) e infine, ad oggi, frequento il master di II livello in “Historical BIM per la tutela del patrimonio culturale” presso l’Università degli Studi di Padova.
Da sempre, quindi, la mia vita, personale prima e professionale poi, è accompagnata dagli interessi sul patrimonio dismesso o in via di abbandono: grazie alla mia professione spero di poter sempre più lavorare sul ‘contenitore’ ma, anche grazie alle nuove sfide della rigenerazione urbana, anche sul ‘contenuto’ per riconciliare quella visione di città fatta per l’uomo, spingendo sempre più nella direzione di una rigenerazione fisica e umana dei luoghi.