Da alcuni decenni povertà e disoccupazione sono emergenze riconosciute in tutta Europa, tanto da spingere le istituzioni a mettere a punto nuovi strumenti di osservazione e di intervento dedicate a queste problematiche, istituendo figure professionali adeguate alle nuove sfide. Un fenomeno sempre più preoccupante è quello dei lavoratori poveri tra bassi salari, precariato e sottoccupazione. Gli strumenti di osservazione e rilevazione differiscono nelle varie istituzioni che compongono la statistica pubblica , mostrando un disallineamento tra indicatori e metodologie degli istituti di statistica europea e nazionale e le pubbliche amministrazioni con i loro dataset relative ai cittadini. In questo quadro il lavoro del tecnologo sociale conferisce coesione tra livello micro sociale, le persone e le famiglie colpite da disagio socio-economico, il tessuto produttivo e la dinamicità occupazionale territoriale, e le politiche di welfare e del lavoro con l’utilizzo di tecniche sia qualitative che quantitative di profilazione e di definizione dei bacini di utenza e delle strategie di inclusione lavorativa personalizzate. In Italia un esempio di applicazione degli indirizzi europei è il Reddito di Cittadinanza che modernizza profondamente le politiche attive del lavoro e del welfare e che vede la nascita di una nuova figura professionale tra la sociologia clinica e la sociologia applicata, il navigator.