Gentili lettori, gentili lettrici,
Mentre andavo leggendo i contributi presenti in questo numero la parola che più volte mi è ritornata in mente è stata “impegno”. Impegno richiama il legame con qualcuno o qualcosa: con qualcuno in termini di presenza e di partecipazione alle vicende dell’Altro al quale si è legati; con qualcosa in termini di cura non solo per conservare, ma anche e soprattutto per sviluppare ciò che si deciso di seguire. L’impegno, volontario o meno, quindi richiama all’obbligo ad assolvere un compito. I termini impegno, altri, mondo e se stessi sono quindi tenuti insieme da un obbligo, quello di esserci. E il lavoro è certamente un impegno, mai irrilevante, per esserci: esserci con se stessi, con gli altri e con il mondo chiedendo ovviamente fatica. Solo fatica nella sua accezione mortificante o anche fatica nella sua accezione di affermazione di una specifica, individuale e soggettivamente connotata volontà di darsi e dare valore al proprio mondo a partire da se stessi? L’interrogativo resta aperto e foriero di rinnovate e prossime riflessioni. Il numero che andrete leggendo è un primo passo verso l’esplorazione delle tematiche appena sopra evidenziate.
Buona lettura.
Francesco Caggio