La crescita della distanza tra i bisogni sociali e l’offerta dei servizi socio-sanitari di Comuni e Asl si sta accompagnando alla formazione lenta ma progressiva di un secondo Welfare: un’offerta di accesso a servizi generati all’interno delle comunità territoriali e urbane da associazioni e cooperative sociali, ma anche da parte degli stessi portatori dei bisogni sociali.
Questi mondi però faticano a riconoscersi ed intrecciare le loro offerte, cosa che invece potrebbe creare percorsi di accesso, prestazioni e sedi di aiuto sociale inaspettate ed a costi decisamente contenuti. Per consentire tale dialogo, che è in grado di rafforzare la libertà e il diritto di scelta di ogni persona in rapporto ai bisogni di cui è portatore, occorrono nuovi strumenti informativi e comunicativi, facilmente accessibili, che consentano ai servizi sociali di conoscere come cambia la domanda di Welfare, e ai cittadini di conoscere l’offerta espressa sia dalle istituzioni pubbliche che dagli organismi sociali attivi nelle comunità di appartenenza.
Da ciò l’ideazione - a cui si aggiunge una prima sperimentazione - di un «portale» di accesso e di fruizione dei servizi sociali offerti su un territorio e in una comunità. Una opportunità per rendere possibile la qualificazione ulteriore dei servizi erogati dalle istituzioni e la diffusione di quelle nate col concorso di gruppi, associazioni di volontariato e di promozione sociale e vere e proprie imprese sociali, come le cooperative sociali, attive nei territori e nelle comunità.