Da quando è nata Ruth non ha mai pronunciato una parola. Non ha mai potuto camminare, nutrirsi o pettinarsi da sola. Imprigionata in un corpo inerte, molti intorno a lei la considerano incapace di pensare, perché incapace di parlare. Invece la mente di Ruth funziona perfettamente, ma pochi se ne accorgono. È grazie a persone illuminate come Steven Kaplan che tutti realizzano come la donna comprenda ogni cosa ma non abbia strumenti per comunicare: attraverso una tabella di comunicazione fedelmente riportata in frasi da Kaplan, Ruth è ora in grado di raccontare personalmente gli anni della sua reclusione virtuale.
Finalmente sarà libera di vivere una vita piena di senso e successi personali. La sua esperienza contribuirà infatti ai primordi della Comunicazione Aumentativa Alternativa, l’approccio comunicativo destinato a rivoluzionare nei decenni successivi le possibilità espressive di quanti soffrono deficit della comunicazione.
Alzo gli occhi per dire sì cambierà per sempre lo sguardo del lettore sulle persone con gravi disabilità, aiutando a comprendere che la relazione e la comunicazione sanno andare oltre le barriere fisiche e il semplice uso della parola.