Si può conoscere una persona dai vestiti che ha nell’armadio? Dal cibo che tiene in frigo?
Se sì, posso dire di aver conosciuto Giovanni Nadiani impaginandone i testi. Diverse decine tra articoli e libri. Ci siamo scambiati un paio di sorrisi e una stretta di mano l’ultima volta che è passato dall’ufficio a ritirare uno scatolone in arrivo per lui dalla tipografia. Avrei voluto, presentarmi, dirgli tante cose, ma anche stavolta la timidezza mi ha fregato.
Avrei voluto dirgli che mai avevo «maneggiato» testi così ben scritti.
Non parlo di contenuti - pur eccellenti - ma di attenzione e cura per la forma, di devozione e gratitudine nell’adoperare lo strumento «parola». Mai un doppio spazio in centinaia di migliaia di battute, mai un refuso, mai l’utilizzo grossolano o casuale di simboli grafici, fossero accenti, dieresi, apostrofi. “File>Inserisci in pagina” è per gli scritti di Nadiani un approdo naturale come l’allineamento di pianeti.
Se le parole sono importanti, Giovanni ne è stato un custode innamorato e sorridente.
Mancherà moltissimo a tutto lo staff di Homeless Book.